ARRIVO(1)

-Partenza-

Sabato 4 settembre verso le ore 1 pm un brivido mi scorreva lungo la schiena. Mentre percorrevo i corridoi di un noto negozietto di oggettistica in Austria(Butlers), mi sono rivolta verso mia mamma e con la voce soffocata in gola le ho detto: ‘tra una settimana…’

Sei giorni dopo, correvo attraverso tutta Milano cercando di sbrigare le ultime commissioni e sperando di riuscire a salutare tutti prima della partenza. Alcune ore dopo ero seduta a tavola con degli ottimi amici e un ottimo fratello. Eravamo nel ristorante di tante cene pre Corso Como e nel ristorante del rinfresco della mia laurea. Mentre gli altri chiacchieravano ho dovuto più volte soffocare le lacrime e sorridere. Quanto mi sarebbero mancate certe persone? Stavo facendo la cosa giusta? Lasciare tutti quegli affetti?

Alcune ore dopo la mia sveglia suonava ‘Forever young’ sbattendomi in faccia 4-5 mesi di splendidi ricordi: le serate, le incazzature, le mattine in via del Torchio, le ansie, gli esami, le soddisfazioni, i viaggi, la laurea, il compleanno, le vacanza…e di nuovo GLI AMICI.

Verso le 11 in piazza San Babila mi è stata consegnata una coccinella gigante da due amiche speciali…alcuni minuti dopo, dopo aver spedito L. a recuperare la macchina fotografica dimenticata a casa sul letto(ci credete che IO ho dimenticato proprio la macchina fotografica???), ero su un autobus…con le prime lacrime che scendevano dal viso…avevo salutato M., la mia piccola. Mi dice che si sarebbe sentita smarrita senza di me, ovviamente non può nemmeno immaginare quanto lo sia io senza lei.

Verso le 12 ero in aereoporto, talmente disorganizzata da credere che spostando il mio Ipod nano da una valigia alla borsa il volume della valigia sarebbe diminuito.

Ho cercato di gestire con i migliori tentativi di training autogeno tutta l’ansia che sentivo accumularsi attorno al mio cuore e che pian piano lo soffocavano. Non volevo ‘cadere’ così, davanti a quelle splendide persone che erano venute fin lì per salutarmi.

Non vi descriverò il momento del tracollo, L. probabilmente era addirittura imbarazzata. Ma non mi ha detto ‘basta’, come fa di solito!

Girato l’angolo ho dovuto attendere una decina di minuti per calmarmi, 5 per riprendermi dal messaggio di R., 10 per chiamare e salutare mamma, papà, fratello, D. e R.

Alcuni minuti dopo ero in aereo, vicina a due ragazzi in viaggio verso New York. Poi Londra e, senza nemmeno accorgermene, in volo…qualche ora di lettura e sonno e sarei stata dall’altra parte del mondo.

To be continued…

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