Ragazzi, i vostri commenti continuano a lusingarmi…non credo di meritarmeli tutti ma…..ma almeno continuate a leggermi! 🙂
Il giorno 4 è stata una giornata davvero full di avvenimenti e sicchè sono tornata in camera dopo le 4 am, ricordami a malapena in che piano fossi, ho creduto opportuno posticipare il racconto. Ma tranquilli, non dimenticherò nulla poiché ho elencato tutto su una lunga lista.
LA mia sveglia è suonata alle 7.30 am e poiché la mamma continuava a godersi il caldo delle coperte ho creduto che mettermi a cantare canzoni di Natale a squarciagola saltando sul letto e urlandole ‘Mamma muoviti che là fuori c’è New York, non posso stare in camera un solo minuto in più’, fosse la cosa migliore da fare.
Dopo una quick shower ho portato la mamma a Grand Central Station e alla Public library sulla 5th avenue. Mentre visitava la libreria io sono schizzata in posta per spedire alcune Christmas postcards che alcuni di voi troveranno a breve nella loro cassetta delle lettere. Inutile soffermarsi su quantoi servizi alle poste fossero perfettamente organizzati, con code rapide e commessi sorridenti. Aggiungo anche, per chi non avesse ancora avuto occasione di andarci, che Grand Central Station è la stazione dei treni più incredibile che io conosca, l’unica in cui la gente si ritrova appositamente per andare a cena-colazione in posti esclusivi come l’Oyster bar o la Magnolia Bakery…e così la mamma si è sbaffata un delizioso carrots & nuts cupcake…e abbiamo anche preso il libro di ricette per la mia ex coinquilina chef Sophie(cliccate sul suo nome per balzare nel suo website).
Alle 10.30 am avevamo appuntamento sulla W102st, nell’Upper East side, con Leonard, un newyorkese che ho conosciuto al Moma l’estate scorsa, con cui mi sono sempre tenuta in contatto.
Ci siamo ritrovati in un autentico e vecchio diner greco dove abbiamo sperimentato una tradizionale colazione newyorkese: la mamma e Leonard hanno assaggiato i pancake con pancetta, mentre io ho mangiato 2 uova all’occhio di bue e alcune patate con spremuta di pompelmo…gnummy gnummy(versione americana di gnam gnam). Dopodichè, come d’accordo, ci siamo avviati verso Chelsea per visitare alcune famose gallerie d’arte contemporanea. Nel tragitto però Leonard ha voluto farci vedere ‘Zabar’ un incredibile negozio di alimentari che offre ogni tipo di delizia proveniente da tutto il tutto mondo, ta i nostri ‘compaesani’ il panettone Balocco, la Nutella, la pasta de Cecco, il Parmacotto(con tanto di americana esaltata che crede sia la cosa più buona del mondo), etc… al piano superiore oggettistica da cucina di tutti i tipi, dalle pentole in rame a brillanti elettrodomestici all’ultimo grido. Fuori, un passo verso la strada, un braccio alzato e uno degli 11.000 taxi di New York che si avvicina e con 8 dollari ci porta a Chelsea.
Leonard è molto a suo agio tra le gallerie di Chelsea e nel giro di un paio d’ore ci porta a vedere le più ‘worthy’. Ovviamente, anche qui, non manca il tocco del Bel Paese: Girardoni, Pomodoro e Botero…poi Leonard si offre gentilmente di accompagnarci tra la Prince st. e Mercer st. per acquistare un pensiero di Natale per il mio babbo. E’ una cosa molto carina di cui vi potrò parlare, per ovvi motivi, solo dopo Natale.
Stanchi(loro) e assetati(io) ci siamo recati al Bar89 su Mercer st.; un locale molto ‘in’ dal cui soffitto scendono appese delle splendide ali d’angelo realizzate con vere piume bianche. Leonard mi invita a vedere il bagno, della serie….a NY nessun dettaglio è lasciato al caso. Non trovo nulla di particolare, se non fosse che quando sto per entrare noto che la porta in vetro del gabinetto è completamente trasparente. Non fosse stato per una breve indagine fatta con un’altra cliente, non ci saremmo accorte che, nel momento in cui si chiude la serratura della porta il vetro si offusca e compare la scritta ‘occupied’… incredibile. Nei favolosi negozi del quartiere di Soho, tra store di designer emergenti e di stilisti più affermati, la mamma scorge un delizioso negozio di arredamento in stile sabby chic(sabbiato)….impazzisce e scatta almeno 50 foto(così capite da chi ho preso), e io ho preso un braccialetto fatto con una fettuccina in cui ho appeso sei ciondoli che da tempo avevi nel portafoglio…presenti di amiche.
Alle 5 pm mi sono trovata a tra la W4th st e Broadway con Emre, un ragazzo turco con cui flirtavo la scorsa estate a NY. Con lui siamo andati al Reggio caffè, uno dei locali limitrofi alla zona universitaria(NYU), dove ci hanno aspettati 3 amici: 2 turchi e una trentenne americana che vive e studia al MIT a Boston e che ha già praticamente vissuto in tutto il mondo.Il Reggio caffè è un locale molto piccolo in stile Bohemien e davvero gradevole, un te verde, 4 chiacchiere ed è già tempo di tornare da mamma.
Sono appena le 6 pm e trascino la mamma nella mia libreria preferita: la Shakespeare library sulla Broadway. Posto piccolo, intimo e gestito da un simpatico padrone, sempre disposto a elargire pareri e a condividere opinioni sulle letture. Io qui, ho trovato una cosa che non avrei potuto non acquistare…
Credo sia proprio adatto a me !!!
Verso le 8 pm siamo in albergo, la mamma vuole riposarsi un po’ e io ne approfitto per fiondarmi da ‘Black label’, un nuovo beauty and nails spa aperto sotto al nostro albergo da alcuni coreani. Mi trattano come una principessa riservandomi i migliori trattandomi e curandone i minimi dettagli. La ceretta al cioccolato, cosmopolitan durante la manicure, piacevoli chiacchiere con il manager….et dulcis infundo anziché farmi asciugare le mani sotto ai consueti ventilatori mi offrono 15 minuti di massaggio…come rifiutare?!? Esco dallo store nuovo, pronta a portare la mamma a cena fuori.
Quando arrivo in stanza trovo la chiamata persa di un amico di Milano. Lo richiamo, 4 parole al volo e non solo scopro che anche lui è a NY, ma anche che alloggia nel mio stesso albergo, 2 piani sopra. Ci mettiamo d’accordo per trovarci con alcuni amici per un drink dopo cena e accompagno mamma a un alquanto deludente cena da Pershing square, un celebre locale di fronte a Grand Central Station: noioso e inutilmente costoso…io ne approfitto per sorseggiare un po’ di buon rosso californiano.
Raggiungo l’hotel per un rapido ‘change d’abito’ e raggiungo negli altri al Lex, il fashion bar del nostro hotel, per poi finire in tre tra i migliori club di NY: LAVO, MARQUEE E GRIFFIN. Io adoro il Griffin, ma devo ammettere che il Lavo era l’unico che meritava. Voto 0 al Marquee: vuoto e insipido. Dopo 4/5 Tanqueray tonic prendiamo l’ennesimo taxi, trovo le forze per ringraziare di questa ennesima splendida giornata e crollo sulla spalla di A. Credo di non ricordare nemmeno il tragitto in ascensore….dopo una giornata così abbracciare il letto è la cosa più bella del mondo.