E arriva la mattina in cui finalmente non ti svegli alle 4 am e capisci che avevi davvero voglia e bisogno di dormire. E quella mattina apri gli occhi che c’è già la luce del nuovo giorno fuori e gli impegni giornalieri ti appaiono davanti come una lavagna e pensi che nemmeno oggi ce la farai a fare tutto, perché alla fine c’è sempre qualche pezzo di vita che ti interrompe per ricordarti che sì, è giusto avere degli obiettivi e lavorare per raggiungerli, ma è anche giusto fermarsi…chiacchierare con gli amici, abbracciare la bimba, cucinare, guardarti allo specchio…
E mentre sei ancora distesa nel letto accendi il computer e non appena sei connessa ti chiama il papà su Skype e ti azzardi anche a pensare ‘ma non poteva aspettare almeno 1 minuto? Non vede che qui sono le 7?’. Ma chissà perché rispondi lo stesso. C’è anche una sorpresa: accanto a lui c’è la zia, che non è una zia, ma è la moglie del migliore amico di tuo papà, ma che per te è sempre stata una zia: Zia Corrada.
E allora pensi, che figata svegliarsi così, è una vita che non la vedo. E sorridi. E poi ti blocchi. E smetti di sorridere. E chiedi: ‘Ma dove siete?’ e la zia risponde: ‘in Sicilia.’
Tu chiedi ‘perché?’, ma sai benissimo perché. E mentre il papà mette insieme delle parole che sia perché non vuoi, sia perché la connessione è lenta, sia perché hai paura, non le senti. Non le capisci. L’unica cosa che senti è il cuore che palpita, che trema e le lacrime che ti rigano il viso.
‘Ero a Verona. Il Rotary. Telefonata. Lo zio. E’ caduto. Frattura. Ospedale. Sono sceso. Primo volo. Ci ha lasciati.’
E non sai più nemmeno cosa dire, cosa chiedere.
‘La nonna?’…
‘La nonna ha di nuovo dato una grande lezione di vita a tutti noi. La nonna è forte.’ Dice il papà. ‘Siamo tutti forti’
…e io non riesco a non pensare che c’erano ancora cose che dovevo dire allo zio, tante. Troppe. Così come ce n’erano tante altre che lui doveva insegnare a me. Ma siamo sempre tutti così troppo impegnati e poi, …poi la gente come me pensa sempre che si risolva tutto. Ma ora quel pallino verde su Skype non si accenderà più.
Navighi tra le foto e i ricordi, i profumi, i viaggi… La tua lavagna se n’è andata a puttane ma tu te ne freghi, anzi…sei contenta. Perché così capisci che quello che insegui non è tutto, anzi, non è un cazzo. E ti ricordi quando i primi di settembre stavi facendo la valigia e hai voluto mettere dentro quella collana che ti aveva comprato ai mercatini di Lipari, in una sera di vacanza, sotto una notte stellata e sul mare più bello del mondo.
E dopo avevamo fumato una sigaretta insieme.
In segreto.
Peccato che quella sigaretta se lo sia portato via per sempre.
il brutto di vivere dall’altra parte del mondo……
un abbraccio!
Grazie cara. 🙂
un abbraccio anche da parte mia. Non ti conosco, ma qualche volta ti
leggo. Sai il tuo caro zio ha detto giusto: scrivi molto bene.
Stai su !
Grazie Alessandra, grazie davvero 🙂