Qualcuno riesce a spiegarmi perché le ultime sere mi sono svegliata alle 3am spontaneamente e non, e invece stamattina alle 4.30 ho dovuto far suonare tre diverse sveglie, 10 volte almeno, per riuscire a trascinarmi sotto la doccia?
Menomale che, nonostante qualche disguido e qualche interessante chiacchiera con un ecuadoregno con cui ho condiviso il taxi, alcune ore dopo ero regolarmente a bordo del 747 verso New York. Peraltro nemmeno un po’ dispiaciuta di laciare San Francisco.
Il nervoso ha lentamente dato più spazio al disgusto, il quale lascia più potere al mio entusiasmo. Sento che ci siamo. Anche perché a New York non ci può essere spazio per vecchie e inutili porcherie.
Dopo un ‘pisolo’ e una fitta corrispondenza resa possibile grazie alla presenza del wi-fi a bordo del volo, l’aereo ‘sterza’. Si può dire? Ho decisamente un problema con i termini legati alla direzione dei diversi mezzi di trasporto…dal volante della bicicletta(manubrio), al volante della barca(timone)…chissà se tutto ciò ha una una qualche origine in una turbe psichica legata alla mia infanzia. Comunque, l’aereo si inclina verso destra. I finistrini chiusi dall’ignoranza che mi circonda, non mi permettono di vedere nulla. Ma io sento il mio cuore che batte più forte, la risento sotto i piedi.
L’emozione che mi da è talmente forte che in questi giorni sono spesso assalita dal timore di volerci andare a vivere per sempre, come se ciò potesse compromettere l’immagine sacra che gli ho attribuito nel vecchio tempo delle passate esperienze.
Dal momento del mio atterraggio, dopo aver registrato un file audio in cui canto ‘Empire State of mind’(è un file per pochi, non preocupatevi), mi sono fiondata da un mezzo all’altro per poi finire a bordo di un taxi a cambiarmi per lo screening del ‘vegan’ film alla quale ero stata invitata, il tutto mentre discutevo animatamente con un amico al telefono.
Sono scesa dal taxi e tutt’ora mi viene difficile credere di non essere stata portata via dal vento. Non so come venga definita la bora a New York, ma questo è sicuramente il nome del fenomeno che lo ricordava.
Durante il docu-film mi sono addormentata, come una pera sotto un pero. Con l’orecchio vigile di chi è pronto ad applaudire alla fine e a partecipare attivamente alla discussione finale. ‘Is veganism and spiritualism just fashion or is a phenomenon that is just starting now and going to last?’. Pare che la domanda sia stata apprezzata.
L’essere stata invitata dalla scrittrice mi ha portata anche a following party, in uno degli eccentrici appartamenti di Soho di una ex modella molto aggressiva verso il poco rispetto contro gli animali. Io continuo ad immaginarla con in mano un secchio di pittura da scagliare su qualche bella pelliccia durante la NY fashion week.
Il suo appartamento, o meglio, l’appartamento dei suoi 11 carlini e una gatta, era intensamente curioso e insolitamente pulito. Non avendo animali difficilmente non percepisco la loro presenza, soprattutto per quanto riguarda gli odori, mentre lì la situazione era ben diversa. L’ambiente accogliente, pieno di gigantografie, tra cui alcune sue foto di quando sfilava, ha reso la serata particolarmente piacevole. Le chiacchiere erano perlopiù ‘vegan’, sino al punto di farmi sentire imbarazzata per avere scarpe e borsa di pelle
Verso l’una, dopo aver condiviso un taxi con la mia neo amica scrittrice, sono entrata nell’appartamento dell’amico che mi sta ospitando. L’ambiente è molto cozy(accogliente), maschile, artistico e la musica jazz, la luce soffusa e la meravigliosa city illuminata sullo sfondo sono più che breathtaking.
Dopo qualche chiacchiera i miei occhietti si chiudono, tra stupore e insucurezze sul futuro. Non sarà una notte tranquilla, ma il giorno 8 tutto sorride…come non potrebbe essere così? E’ NY!
E ora scappo, perché ‘il giorno 9 ‘s’ha da iniziare’.
fe/
Scrivi veramente da donna. Mi auguro che tu faccia altro nella vita
Premesso che non ho la pretesa di essere una brava scrittrice e che ho scritto quest ultimo post in dieci minuti, non vedo cosa ci sarebbe di male nello scrivere da donna.
Avrei compreso di piu’ se tu avessi scritto ‘scrivi veramente da cani’.
Eh, beh…anch’io spero tu faccia altro nella vita, oltre a distribuire commenti acidi nei blog delle persone.
Paolo, sei simpatico come un vigile con l’autovelox.
e questo tuo commento è utile come un lecca-lecca alla merda… continuo??
Quoto Nastrossina e aggiugno, inutile come il tovagliolino delle gelaterie.
mi unisco a Nastrossina e AnnaBonfy e dico: inutile come il cucchiaino
delle bomboniere !
apro parentesi. Io direi che si scrive con il cuore, altrimenti si è fasulli e prima o poi si è percepiti per tali. Aggiungo che per fortuna si ha la facoltà di scegliere cosa leggere, mentre spesso gettiamo parole al vento. chiudo parentesi.
Mi pare che NY ti abbia dato un benvenuto di quelli tosti. E anche quella
specie di bora che ti ha accolta, sembra arrivata a spazzare via i pensieri turbolenti dei giorni scorsi. Have a great NY state of mind !
Direi che l’aereo vira…..credo 🙂
Grazie Alessandra, trovo sempre conforto tra le tue parole 🙂
NY mi ha accolta bene, molto bene. Talmente bene che forse mi ha fatto capire che non è ancora di fare il grande passo. Chissà…
in effetti credo che sia la prima volta che sento di una persona vegan con borse e scarpe di pelle 🙂
ma diamo tempo al tempo… 😉
Ahaha,
Cmq si, passo dopo passo! Certi cambiamenti devono essere naturali e step by step. Poi se rivediamo le mie motivazioni iniziali(health choices), pare che a me la pelle indossata nn faccia ancora star male!!!