Perchè quest’anno IO non sento il Natale.

Dopo un pò di brainstorming di gruppo e quelli che mia madre chiamerebbe ‘esami di coscienza’ ne sono venuta a una.

Il Natale non lo sto sentendo e non vorrei nemmeno festeggiarlo e forse è giusto che sia così.

Il Natale è la celebrazione della nascita di Gesù Cristo e io quest’anno ho preso una personale posizione sulla Chiesa Cattolica e le sue manifestazioni. Quindi è giusto che mi approcci a queste feste in modo diverso.

E questa è la prima motivazione.

La seconda è che sono ancora incazzata. Sono un pò incazzata perchè sento che il destino sta cercando di mettermi il bastone tra le ruote, ed è sempre difficile attraversare un momento in cui ci si sente ‘traditi da un amico’. So che mi sbaglio e che mi rimangerò queste parole e che di nuovo vi dirò che ‘se le cose succedono, c’è sempre una ragione’, ma ora va così.

Da quando a fine luglio ho iniziato a pensare di tornare in Italia mi è sembrato che ogni cosa che venisse a me, venisse per completare un cerchio, con una ragione sensata. E invece ora, mi sembra l’esatto contrario. Per la prima volta vi dico che se tornassi indietro vorrei fare le cose diversamente. Ma se tornassi indietro so che rifarei le cose esattamente nel modo in cui le ho fatte. Quindi sono incazzata, perchè come direbbe mio padre durante una partita di scala 40, ‘mi sono incartata’.

Siiiii, lo so che devo solo aspettare e ne verrò a una. Ma non mi è mai piaciuto aspettare, mi è sembrato di essere sempre stata chiara in merito.

Invece mio padre mi dice che ‘tornare indietro serve ad andare avanti’. Ritrovare vecchie strade, vecchie abitudini e vecchi valori per riflettere, ridimensionare tutto e continuare a crescere.

Un giorno mi sveglio e penso che dovrei andare a vivere in un ashram in India e il giorno dopo mi sveglio e penso che l’unico posto in cui sto bene è l’ufficio, sommersa dal lavoro. Bene, ma non benissimo.

Come tiro avanti? Con questa frase qui….mi piace davvero tanto:

‘There are the people who always ask ‘why’ and there are the people who let ‘why’ be answered in time without asking. Make it a point to let things be and not ask so many questions. There is an answer to all inquiries but the answer arrives in time when necessary. Asking a question when not mentally prepared to face the answer brings on more stress to the system’.

Bene. Stabilito che questo vale per la mia vita, e che l’esatto contrario vale per il mio lavoro, oggi lascio Milano così.

In attesa, ma con tanta voglia di credere che Babbo Natale esiste ancora.

Buone feste a tutti!

4 pensieri riguardo “Perchè quest’anno IO non sento il Natale.

  1. Essere dentro la nostra vita….Vivere da persone attive e non stare a guardare il mondo che ci passa davanti….Molte cose accadono perchè siamo noi a volere che accadano e spesso diamo la colpa al destino, quando dovremmo darla alle nostre “indecisioni”.
    Quante volte ci si volta indietro e ci si accusa di non aver percorso la strada giusta???
    Io credo che la strada giusta sia, invece, proprio quella che abbiamo percorso e che altrimenti non ci avrebbe portato dove siamo…ogni giorno è un tassello del NOSTRO puzzle….prova solo a pensare alle persone che hai conosciuto tornando in Italia, agli attimi di felicità passati con amici e parenti…..questa è la strada giusta e di sicuro non vuol dire “che ti stai perdendo qualcosa”…..adesso è giusto che tu stia qui….domani forse ripartirai, ma adesso goditi il presente non recriminando il passato e non pensando troppo al futuro altrimenti ne perderai un pezzettino …
    Credo che il tuo babbo abbia ragione….tornare sui propri passi non vuol dire essere sconfitti, ma solo …aver fatto il giro più lungo per guardare il panorama che altrimenti non avremmo visto per poi tornare sulla strada maestra…..Tu sei viva perchè non bevi dell’acqua ristagnante, ma ti disseti con quella di sorgente….fresca e “frizzante”…la tua vita è UNICA…..goditela

    1. Cara Chiara,

      sono la prima a pensarla come te e la mia non voleva essere un’ode a LA o un pentirmi di non essere tornata…ma le palle mi girano. Non sono nè triste nè pentita, bensì in un circolo vizioso di non estremo entusiasmo, caratteristica che di solito è parte di me.

      Così condivido pienamente quello che scrivi e sono anche una delle prime ambasciatrici del tuo messaggio:
      ‘Io credo che la strada giusta sia, invece, proprio quella che abbiamo percorso e che altrimenti non ci avrebbe portato dove siamo…ogni giorno è un tassello del NOSTRO puzzle…’

      E si, ora penso proprio alle persone che ho ritrovato tornando, così mi si scalda il cuore! 🙂

  2. Forse devi solo aspettare (ancora) un po’…
    D’altronde, voi donne, siete geneticamente portate all’attesa.
    Aspettare un po’ di capire, parlando intanto…
    Che ti raccontano le tue amiche, i tuoi amici italiani, con i quali parli?
    Che ti dicono dell’Italia?
    Come stanno?

    Lo so, parlo bene, io: imprigionato da un invidiabile stipendio a tempo indeterminato in un lavoro che ho sempre sognato e che da tempo è diventato una delusione.
    Lo so…
    Me lo dicono tutte le persone, gli amici emigrati, con le quali parlo di questo argomento: e tutti mi dicono che la cosa che a loro manca di più sono gli affetti, gli amici e alcune piccole/grandi cose italiane.

    E’ la stessa struggente, intima, malinconia che ha sentito mio padre emigrato dal veneto a torino e mia madre dalla sicilia a torino.
    E, in fondo, era la stessa lancinante nostalgia che sentivo io quando ho mollato tutto e sono venuto a roma.

    Ci sono persone che sono destinate a piantare le proprie radici in terre diverse.
    Per lasciare semi, anche.

    Poi non so molto di te: finora ho frequentato il tuo blog in silenzio, leggendo, senza intervenire.

    Conosco le spinte propulsive.
    Conosco la loro forza e il loro esaurimento.
    Aspetta e capirai.
    E magari cambierà tutto…

    Buone e serene feste…

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