Ve la voglio raccontare.
La voglio rileggere.
Voglio rileggerla prima di andare a dormire. Voglio rileggerla la prossima settimana. Voglio rileggerla tra due mesi, un anno, sei anni.
Voglio raccontarvi la mia prima lezione di yoga prenatale.
Non è stata una cosa calcolata. Di nuovo. Una cosa che si è avvicinata a me. Una ragazza che seguiva il mio corso yoga, un’amica con cui guido le lezioni a Vercurago, un’altra amica di Lecco.
“Facciamo yoga? Ma posso anche se aspetto un bambino? Cosa posso e cosa non posso fare?”
Qualche semplice domanda quà e la, un’amica da accompagnare al corso di Yoga Prenatale, voglia di conoscere ed esplorare le infinite potenzialità di una disciplina che dopo 5 anni e mezzo non ha ancora smesso di sorprendermi.
Ma io, sono pronta a guidare delle donne, amiche, mamme, in un viaggio che apparentemente sembra più grande di noi e che io personalmente non ho ancora attraversato? Posso?
Cosa posso dare loro?
Ecco, proprio da questa semplice domanda ho fatto iniziare tutto. Sì, magari non sono una mamma, nè un’insegnante yoga con esperienza pluriennale, però sono una persona che lavora moltissimo sull’ascolto, sulla presenza, sulla meditazione, sulla consapevolezza.
Spero di poterle guidare negli asana con la capacità di ascoltarsi e lasciare andare tensioni e paure.
Spero di poter trasmettere tecniche di respirazione e annessi benefici.
Spero di pormi come amica, come guida, ma anche come tramite tra loro e psicologi, insegnanti yoga, ostetriche, ginecologi ed esperti del settore nel caso volessero informazioni di cui non sono ancora in possesso.
Mio padre è ginecologo. Sono cresciuta appannando i vetri dei nidi di diversi reparti di ginecologia in Italia. Adoro i bambini e vedo nei loro occhi, nella loro mente e nelle loro mani un potenziale infinito.
Mi sento bambina, mi sento donna. Non sono ancora mamma, ma poter invitare delle future mamme a mettere le mani sul grembo per entrare in contatto con i loro piccoli, mi ha emozionata moltissimo.
Spero di poterle accompagnare in questo viaggio, di guidarle, di aprir loro nuove strade di conoscenza, per portare con sè un’esperienza che sarà con loro per tutta la vita.
Namastè.
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