Auge’ li Ha definiti ‘luoghi non luoghi’.
Noi li attraversiamo praticamente ogni giorno.
Il nostro attraversare da’ a loro senso.
Un senso continuamente immutabile e totalmente fragile, instabile, nomade, fatiscente, provvisorio, momentaneo.
E un po’ come tutte queste cose false e artificiali si arricchisce, luccica e va a riempire quei vuoti che non dovrebbero esserci.
Vuoti di tempo, vuoti di persona.
Si riempie di storie, si muove al solo suono del commercio, batte cassa, si spegne e in men che non si dica e’ di nuovo pronto a ripartire.
Accoglie, abbraccia, vende, riempie, stufa.
Quando la tua vita e’ un centro commerciale da riempire affinche’ abbia un senso, tu sei una ‘persona non persona’.
Ma tu non vuoi essere una persona non persona, giusto?
Scrivi di Natale ma non solo.
A volte ci si sente irrimediabilmente nomadi, a metá fra il lá e il qua, nella sommessa inquietudine di chi ancora é in cerca.
E allora ogni luogo diventa casa eppur nessuno, e ogni voce sembra chiacchiericcio confuso, e provvisorio e fatiscente.
E tu, in quale non-luogo ti trovi?
Diciamo che cerco sempre di essere una persona e di conseguenza di trovarmi in un luogo, anche se mi piace molto trovarmi in un non luogo e provare a stare al gioco, studiare…riflettere!
Nonostante io sia ‘malvagia’. Tu?
Se sei malvagia non ne hai colpa: é la tua natura femminile che ti rema contro!
Quanto a me, cerco di fare di ogni non-luogo un luogo. Per i non-luoghi esiste il retro delle mie palpebre, talvolta.